222 Zentaya The Sound Of Cialciaglara
Non bisogna andare a cercare sul disco duro dei miei ricordi per riportare a gala una frase già pubblicata in passato: Irene Bonadiman; “la compagna musicale di Felix Lalù per gli ultimi 200 anni”. Quel paio si conosce dalle scuole materne e sono sempre stati in orbita l’uno da l’altro... Formano Piccolo male Puro, Poi creano un oscuro gruppo chiamato Bue, la ritroviamo in video per “Na spuma per il bocia” suona su No hablo ladino, in fine “Lova lova lovarie” formazione d’eccezione per la presenza di Francesca Endrizzi e Maitea, due artiste premiate e poi, per adattamenti di canzoni di Carlo Piz . Dalla mia posizione oltre manica, dimentico sicuramente formazioni e avventure musicali registrate nel passato. ZENTAYA (gentaccia) è quindi una formazione ridotta al minimo; da Felix Lalù al basso a due corde sole e Irene Bonadiman alla batteria, che sono al sesto progetto musicale congiunto in trent'anni: Due vite parallele come binari del treno in stazione. Visto che si suona in famiglia; ci si registra nello stesso modo: Registrazione, missaggio e masterizzazione da Jacopo Broseghini tra marzo 2024 e gennaio 2025. La copertina minimalista rappresenta una cerniera al disegno antico e pregiato. L’oggetto è avvitato ad un panello di OSB e offre il primo contrasto dell’album “The Sound Of Cialciaglara”: Il panello è grezzo, molto comune ed economico, la cerniera non lo è. Al primo distratto ascolto dell’album ritroviamo altri contrasti; la voce scalfita di Felix si contrappone con la voce chiara e limpida di Irene. La batteria bene definita e precisa si oppone al basso aspro, distorto e minimalista di Felix. Da non crederci: poteva anche suonare cavi per ponti sospesi, che il suono avrebbe somigliato alla descrizione. The Sound Of Cialciaglara tende verso il genere sludge metal, con sbavature verso lo grunge delle prime ore, contiene revisioni di canzoni proprie, create o suonate in progetti precedenti: il riconoscibile “L'Ora De La Mora” di Felix Lalù, “Alsera” del gruppo universitario Piccolo Male Puro, “Come Ti” e “Mamacita” del gruppo Trentino Bue. Ci sono anche canzoni tradizionali “Signore Delle Cime” di Bepi De Marzi, e “Andiam Sulla Montagna” di Fausto Fulgoni con il testo originale in italiano senza modifiche. Molto riconoscibile “Sora Poder” una rivisita di “Freed From Desire” di Gala. Per chi andava al “Number” c’è anche 20 Fingers “Short Dick Fendt”, e per i conoscitori i Melvins “Nait Bec”. Tutti testi sono scritti prevalentemente in nones da Felix, e cantati con parti in inglese, tedesco e solander.
Se il suono grezzo del basso di Felix vi disturba un tantino, riprendete subito il vostro cammino. Perché attraverso l’album sarà onnipresente. “Come ti” è una cover di “Bue”, una formazione in quale Irene e Felix hanno partecipato con Johnny Mox, Michael Pancher detto El Pero e Sebastiano Martinelli che formeranno i Kepsah e KURU e anche Andrea Bernardi e Lorenz dei Fango. Il ritmo è pesante ma i cori di Irene sorvolano piacevolmente la massa imponente del macchinario ruvido, che Felix tiene per mano… Scandiscono in coro: “Voglio essere come te”. Ci sono rischi inneranti, al posto vostro, non ci proverei.
Sonata in Mi bemolle per boscaioli con motosega su “Nait bec” ancora più pesante e trascinante, la rivisita dei Melvins è leggermente volgare. Il basso di Felix martella solo a fine versi nella prima parte, portando l’attenzione dell’uditore sul testo in Nones: “Copi calche dun” … Notevole finale con una frase declinata in vari modi e ad libitum: “Come lè nà lè nu, Come lè nu le nà”.
Irene già allenata da “la Montanara” e “Montagna mia” due tracce di “Na spuma per il boccia” intona “Andiam sulla montagna” da sola. In ogni intervallo fra i tre versi, il basso di Felix invade il fronte del palco sostenuto dagli “Ehi” di Irene. Bello ultimo verso, cantato dagli due protagonisti con una bella presenza vocale di Irene. A guardarci bene, sono veramente forti sui finali…. Sanno concludere.
“A me coscriti ghe pias le milf” orienta il discorso sulle belle mamme, l’acronimo può essere interpretato come “Mother I’d Like to… be Friend with”. “Mamacita” contiene due ritmi distinti: Quello dei versi è lento e pesante, sollevato da un bel coro femminile. I ritornelli, tutti diversi, sono impazziti e sfrenati. Ci sono stacchi notevoli nell’ultimo ritornello e sono suonati con precisione.
Miscela fra inglese e dialetto solander “Sora poder” è una cover di “Free from desire” di Gala Rizzato, identificabile già dalle prime battute. Musica Italiana scritta da Maurizio Molella e Filippo Carmeni, che ha fatto un giro del mondo. Riconoscibile anche l’inclusione del “pi-pala palopo” di Scatman John, che arriva di mezzo al brano senza preavviso, rituffandoci negli anni 80. Nostalgia saltami addosso…
Ancora un ritmo lento e pesante su “Pastoner” che riprende solamente un sciogli lingua Noneso, introdotto nel brano dalla voce distante e riverberata di Irene: “Ha legato le gambe del gatto, con il filo per la lucanica”. L’atmosfera, scura e pesante, è contaminata da accelerazioni che ricordano la struttura di Mamacita. C’è la visita di Mario Agostini, chitarrista del Gruppo Nogaar, che viene concludere il pezzo: Allora, ligia al giat o al gial?
Bella introduzione alla batteria su “L’ora de la Mora” canzone di Felix estratta dal suo album “E' cosa buona e giusta”. La canzone si metamorfosa in Walzer a 3.16 con l’aggiunzione discreta di una fisarmonica suonata da Massimiliano Santoni, noto membro di “After dark My sweet” e collaboratore di lunga data alle registrazioni di salotto.
“Al sera” fa parte delle composizioni di Piccolo male Puro che non sono state registrate o al meno che non possiedo ed è la terza canzone dell’album strutturata intorno a versi lentissimi, invischiati dalla voce trascinante e grassa di Felix. Poi, colpo di defibrillatore sui ritornelli, che escono dal torpore ambiente, per trasformarsi in rock n’ roll invitante. Finale con fioco, su un ritmo in decrescendo fino alla progressiva fermata e concluso sull’urlo lungo e persistente di Felix.
Stupenda introduzione ballante alla batteria per “Short dick Fendt” di 20 fingers canzone già trattata dal gruppo “Bue” descrizione quasi accurata della tendenza agricola di possedere un trattore sovra dimensionato: “Mi giai el Vario pu lonc”. Il basso di Felix sembra più arretrato e più pulito su questa registrazione, tutto come la sua voce, del resto. Notevole pezzo.
Conclusione dell’album su una canzone in Italiano “Signore delle cime”, cantato in coro da due tartarughe con il freno a mano. Ogni sillaba è pronunciata una per una, su un ritmo anatomicamente dettagliato, inzuppato nel catrame caldo e trascinato in salita, su per la Panarotta. Ogni passo richiede uno sforzo tellurico. Definizione pura del genere “Sludge metal” questo album si conclude sulla voce di Irene che sparisce nell’eco.
Mi sembra che questa registrazione dovrebbe passare fra le mani di Giusy Elle e la sua pagina del “Electric DUO Project” per una promozione locale e nazionale della registrazione. Questo album è atipico e ci presenta attraverso riprese di canzoni conosciute, il genere sludge, poco accessibile al pubblico generale per essere musica di nicchia. Notevole modo di suonare il basso il più snudato, basico e distorto che ho mai sentito in vita mia. Notevole presenza di Irene che suona la batteria in un modo preciso e pulito, poi accompagna la voce scalfita e grezza di Felix, con un coro alto e leggero. Che il genere sludge piace o no è un altro Felix Lalù e non può decentemente mancare alla vostra collezione.
Erick Le Wooz
Rock critic da terza mano