martedì 25 ottobre 2011

Melancholia di Lars Von Trier


Il film parte sparato, con un quarto d'ora di replay come alla Domenica Sportiva ma ancora più noioso. Poi comincia il film. Una limousine si incastra in una stradina di campagna, gli sposi (lui è un attore con la faccia da crusso, lei è Kirsten Dunst che è sempre topa ma qui ha il doppio mento) ridono, poi scendono a fare segni, poi provano a guidare loro, infine vanno al loro matrimonio a piedi. Arrivano con due ore di ritardo e tutti sono incazzati come i bovi. Il matrimonio non è dei più emozionanti. La madre di lei ci tiene a precisare che lei odia i matrimoni per poi sparire a farsi un bagno. Lo sposo si vede che è un babbo, sa solo dire ti amo. Non che sia un difetto, per carità. Il padre di lei si frega le posate ma solo per fare il figo. Il suo capo la promuove e le smolla dietro un bocia trovato per strada per estorcerle uno slogan per una campagna di carta igienica. Questo il giorno del suo matrimonio. Più si va avanti e più si capisce che la sposa proprio non ci sta dentro, qualunque motivo è buono per andarsene fuori dai coglioni e farsi aspettare. Lo sposo continua a sorridere come un babbo, ma forse dentro qualcosa gli fa capire qualcosa che non gli piace ma è inzerbinito di brutto quindi fa finta di niente e ogni volta le dice, ma no, non preoccuparti cara, ti aspetterò sempre e lì capisci che sarà così per tutta la vita (se durerà tutta la vita, ma non durerà) e un barlume di consapevolezza ce l'ha anche lui per quanto, ripeto, sia esageratamente babbo. Si balla, poi la sposa risparisce, lui la ritrova, le mosttra la foto della tenuta di mele che ha appena comprato in Val di Non. Lei non è tanto presa dall'idea ma con lui basta sorridere un po' anche fintamente ed è contento. Le dice di tenere la foto sempre con sè, lei dice sì (ma quante taschee avrà un vestito da sposa). Per festeggiare gli prende la mano e se la mette in mezzo alle gambe, lui si ringalluzzisce e quasi esce dai pantaloni ma sul più bello lei sgattaiola verso il lancio del bouquet, lasciando la foto sul divano. Lui ci resta male e forse comincia a capire che aria tira. Lei è scoglionata da paura, molla il lavoro insultando il suo capo (che l'aveva appena promossa peraltro), si fa un bagno di un'ora (o forse era prima, ma è lo stesso) e tutti sempre ad aspettarla. E' stronza proprio, e quel doppio mento non fa che confermarlo. A fine serata (sospiro di sollievo) lo sposo la porta a letto come si fa di solito nei film, in braccio, comincia a spogliarsi ma lei no. Comincia a baciarla, ma lei no. Finchè lei gli chiede solo un attimo, per incipriarsi il naso. Esce e si fa il bocia dello slogan sul green di una buca par 5. Torna in casa che lui se ne sta andando, a dimostrazione che forse così babbo non è. Dopo si passa a casa della sorella, che è presa male perchè sta arriivando un pianeta sulla terra. Il marito della sorella e il bocia invece sono presi benissimo, preparano il telescopio. A rovinare il clima arriva la sposa, depressa ma proprio depressa. Arriva ed è tutto più lento, io mi addormento e mi risveglio che la sposa è tornata la stronza di prima e che il marito della sorella non c'è più ma nel frattempo il pianeta sta arrivando. Quando il pianeta è grosso quanto il cielo si capisce che avere un telescopio non serve più a niente. Finisce il mondo e con esso le stronze col doppio mento.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

almeno correggi gli errori

Felix Lalù ha detto...

a questo servono le maestre no?

Madame Psychosis aka khachacha ha detto...

Pochi cazzi, questa è la piú onesta recensione su melancholia che io abbia mai letto

Anonimo ha detto...

Sei patetico..

Anonimo ha detto...

Presto aprirò il mio blog di cinema Felix e così potrò ribattere a questa tua recensione di Melancholia che secondo me è un gran film

Buck

Anonimo ha detto...

torna a leggerti topolino!

Anonimo ha detto...

grazie al cazzo detto così è una gran bella merda: un cazzone sta sdraiato su un letto, è fracico. forse perchè non riesce a dormire perchè degli elicotteri del cazzo gli volano sopra casa. poi parte una canzoncina fatta da un tossico morto che parla di fine , cavalcare serpenti e cinciallegre varie. poi un giro su un fiume. un ponte. qualche francese e un poveraccio malato di tutto che abita con indios puzzolenti in un tempio abbandonato. il film è apocalipse now

Anonimo ha detto...

Che ridicolo.
Il brutto di internet è proprio questo.
Tornatene a suonare che è meglio

Alessio ha detto...

Complimenti per la recensione. Davvero. Non potevi essere più preciso; quel che è certo, è che hai trasmesso in 2 minuti quel che trasmette il film in due ore (e non si sa perchè impieghi tanto a farlo).
Per fortuna che non ho pagato per andarlo a vedere al cinema.